Intervista “Speciale Sicurezza” su La Provincia

Esce oggi la nostra intervista su “La Provincia” per la Giornata Mondiale della salute e della sicurezza sul lavoro.

Sicurezza

Ventimila lavoratori formati dal 2005 ad oggi per circa 130 imprese clienti, con una media di 40 persone inserite a tutt’oggi ogni settimana nei corsi di formazione di “Consulenze Mapelli” di Lecco. Sono i numeri che traducono la forza di una passione per la sicurezza nei luoghi di lavoro che ha dato vita a un’attività di successo nel panorama lecchese della consulenza aziendale e della formazione d’impresa, con una reputazione sostenuta anche da una lunga serie di certificazioni e abilitazioni in continuo aggiornamento.

Ne è protagonista Andrea Mapelli, classe 1980, che ha dato inizio all’attività nel 2005 lavorando e facendo crescere la sua azienda fino alla costituzione in srl ed alla sede di proprietà, in via Carlo Alberto a Lecco. Fra le abilitazioni Mapelli è iscritto all’albo professionale, è coordinatore per la sicurezza nei cantieri, tecnico abilitato alla prevenzione incendi e tecnico abilitato per svolgere attività di responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione.

Come ricorda gli inizi?

Tutto è nato da una passione. Ricordo bene il momento in cui ho aperto la partita Iva, attendevo il numero per dare il via libera alla tipografia nella preparazione dei biglietti da visita, nel pomeriggio avevo i primi appuntamenti e avrei voluto usarli. La mia attività ha avuto molto successo anche grazie ai miei collaboratori, gradualmente siamo cresciuti e il passaggio alla srl non ha in alcun modo diminuito la vicinanza e la cura del cliente.

Cosa la distingue nella sua offerta?

Mi distingue la costruzione di rapporti di fiducia perché qualsiasi cosa quel professionista scriva, dica e faccia rimane come dato utilizzabile dalle autorità e dai controlli. So che un consulente per la sicurezza è visto in primis come obbligatorio, forse un po’ rompiscatole, ma essendo una figura obbligatoria, il nostro principio è quello di instaurare un rapporto che va al di la del semplice rapporto fra cliente e fornitore. In questo modo gli imprenditori hanno davanti una persona che stanno pagando per fare l’interesse dell’azienda tutelando i lavoratori coinvolti, nel rispetto delle normative vigenti. Lei ha coordinato la sicurezza dei cantieri per i concerti di Madonna, Vasco Rossi, Coldplay, Jovanotti. A Expo 2015 è stato responsabile della prevenzione e protezione per Technogym e oggi serve multinazionali e pmi dei più svariati settori.

Come si è qualificato per tutto ciò?

Il campo detta le regole e le aziende dettano le esigenze e spesso la preparazione è relativa a caratteristiche dei territori. La mia preparazione è oggi perfetta per una regione come la nostra, potrebbe non andar bene per un’altra dove l’approccio per le norme sulla sicurezza sono diverse. Anche mio fratello, che vive a Modena, fa questo lavoro su quella zona e vediamo un approccio diverso. L’esempio della sicurezza dei concerti è stato dettato dall’esperienza nel campo aziendale e nel campo Edilizio che per i concerti è stato il binomio vincente in termini della mia esperienza. Un altro esempio recente che ha ricevuto notevole interesse è stata la normativa sulla privacy nel 2016.

Gradualmente il mercato mi ha fatto richieste. Era nata una grande preoccupazione, ma leggendo le norme non vedevo uno stravolgimento sui principi generali. Ho raccolto informazioni e mi sono reso conto che quella normativa era necessaria in considerazione del passaggio dal cartaceo al digitale che richiedeva nuove regole importanti, visto che ogni click al computer comporta trasmissione di dati. Ed è iniziata la consulenza per alcune aziende del territorio, oltre ad Api Lecco, dove mi sono successivamente associato. Stessa cosa e stessa crescita anche per la parte della formazione e della consulenza – il mercato chiede e noi ci adeguiamo.

Sui cantieri sono previste le norme più stringenti

Fra le principali abilitazioni di Andrea Mapelli, fondatore e titolare dell’omonima società lecchese di consulenze per la sicurezza sui luoghi di lavoro, c’è anche quella di coordinatore per la sicurezza nei cantieri (CSP per Coordinatore della sicurezza in fase di progettazione, e CSE per la fase di esecuzione, sulla base del titolo quarto del decreto legislativo 81/08). “La vera difficoltà del cantiere, della quale non tutti sono a conoscenza, sta nel fatto che il committente che vuol costruire la villetta, il capannone o ristrutturare l’appartamento spesso non sa che lui è responsabile di infortuni o problematiche che possono accadere durante i lavori.

Quindi – spiega Mapelli – il committente deve scegliere e nominare un coordinatore su misura per la sicurezza, un professionista che lui paga affinché lo tuteli e gli dia supporto. Sottolineo che quando vengono fatte opere di ristrutturazione interne e esterne il grosso scoglio da superare sta nel fatto che chi costa di più sta verosimilmente rispettando una serie di normative, è un dato importante da considerare senza pregiudizi”. Mapelli è stato coordinatore per la sicurezza di cantieri identificati, nel suo caso, come grandi concerti musicali.

Un’esperienza intensa, che riguarda il recente passato ma che “per me ha significato molto in un contesto di cantieri importanti allestiti in 24 ore, con intensità uomo-lavoro/ giorno altissima. Ricordo in particolare alcuni concerti in cui non ho preso sanzioni, oppure ho avuto sanzioni talmente basse e irrisorie che comunque ho terminato il lavoro con felicità. Tutto ciò mi ha messo alla prova facendo emergere in me stesso aspetti del mio modo di affrontare il lavoro che sono fondamentali ancora oggi, in quanto avere a che fare con autorità competenti che fanno ispezioni stringenti durante eventi simili fa crescere la consapevolezza che serve estrema coerenza rispetto alle norme in ogni cosa che viene dichiarata e in ogni documento consegnato”.

Considerando che per la preparazione del cantiere di un grande concerto sono impiegate centinaia di persone (“circa 400”, afferma Mapelli) con il Testo Unico sulla sicurezza nei luoghi di lavoro del 2008 il ruolo del coordinatore di cantiere si fa centrale anche nei grandi eventi musicali. Per Mapelli gli incarichi erano arrivati da parte di importanti società milanesi che nel tempo gli avrebbero lasciato in dote l’acquisizione di un’esperienza che ha permesso a Mapelli di essere parte di un evento importante come Expo 2015: “Technogym – spiega Mapelli – era alla ricerca di un profilo con esperienza di problemi di cantieristica e di organismi di vigilanza, quindi l’esperienza maturata con i concerti mi ha reso un candidato idoneo ad affiancare una grande azienda Technogym Spa in un evento importante come Expo”.(M.Del.)

È fondamentale la prevenzione incendi in azienda

Da tecnico abilitato per la prevenzione incendi Andrea Mapelli predispone i progetti di prevenzione oltre alle asseverazioni. “E’ un ambito importante – spiega il titolare di Consulenze Mapelli -, la metà delle aziende che seguo è soggetta a un progetto di prevenzione incendi e quindi a un controllo dei Vigili del fuoco. E’ stato il mercato a costruire questo tipo di esigenza e io ho acquisito anche questo tipo di abilitazione sulla base delle normative antincendio”.

Quest’anno ci sono i nuovi decreti che sostituiscono il Dm 10/03/1998: DM 01/09/2021 – CONTROLLI DI IMPIANTI, ATTREZZATURE ANTINCENDIO ED ALTRI SISTEMI DI SICUREZZA ANTINCENDIO: “Criteri generali per il controllo e la manutenzione degli impianti, attrezzature ed altri sistemi di sicurezza antincendio” ai sensi dell’art. 46 comma 3 lettera a punto 3 del D. Lgs. 81/2008” (cosiddetto “Decreto Controlli”); DM 02/09/2021 GSA: “Criteri per la gestione dei luoghi di lavoro in esercizio ed in emergenza e caratteristiche dello specifico servizio di prevenzione e protezione antincendio”, ai sensi dell’art. 46 comma 3 lettera a punti 2 e 4 e lettera b del D. Lgs. 81/2008” (cosiddetto “Decreto GSA”); DM 03/09/2021 STRATEGIA ANTINCENDIO: “Criteri generali di progettazione, realizzazione ed esercizio della sicurezza antincendio per luoghi di lavoro”, ai sensi dell’art. 46 comma 3 lettera a punto 1 del D. Lgs. 81/2008 (cosiddetto “Decreto Minicodice”).

Mapelli sottolinea che “tali decreti hanno modificato tutto ciò che era ormai assodato da diversi anni. Quindi ad oggi tutte le attività devono anche approfondire questo aspetto che è diventato più concreto, restrittivo ed aggiornato con le esigenze e gli sviluppi attuali delle aziende e dei rischi all’interno dei luoghi di lavoro”.(M.Del.)

Con le imprese importante condividere il percorso

“Ciò che mi appassiona è diffondere la cultura della sicurezza nelle imprese”, afferma in estrema sintesi Andrea Mapelli per spiegare su che base fa il primo passo per aprire un dialogo con i potenziali clienti. Mapelli segue per la consulenza sulla sicurezza grandi realtà multinazionali con sedi nel Lecchese ma non solo, oltre a Pmi di ogni categoria, attività industriali o artigiane.

“Ho bellissimi esempi di società di piccole dimensioni che mi hanno cercato come consulente nel 2006-2007, a tutt’oggi le seguo. Tantissime sono esplose per crescita e numero di dipendenti e hanno mantenuto un trend di infortuni bassi sicuramente perché hanno creduto nei sistemi della sicurezza impostati, oltre al mio valore aggiunto. Quando mi introduco a qualche azienda come consulente per la sicurezza non lo faccio presentandomi sulla base dei prezzi, se mi dicono di avere altri preventivi, capisco subito che vogliono scegliere di spendere meno e non di investire nella sicurezza. Seguo imprese di qualsiasi dimensione e settore, vado per sensibilità nel cercare di capire cosa vogliono”.

Il primo passo, ci dice Mapelli, inizia sempre con una sorta di test: se la sensazione iniziale è di scarsa sensibilità da parte di un’impresa sul tema della sicurezza il suo obiettivo diventa quello di accompagnarlo a cambiare idea prima che si inizi a produrre i documenti necessari. E’ la strada meno immediata, ci vuole un po’ di tempo ma è più soddisfacente e lo riscontro in seguito, quando il cliente ogni volta per argomenti sulla sicurezza mi telefona per chiedere un parere in merito, dimostra così di aver capito l’importanza del nostro lavoro e il valore aggiunto che ha per la sua impresa”.

Un dialogo non sempre facile se ci sono pregiudizi da scardinare: “Per un imprenditore significa spesso accettare di cambiare abitudini e modalità che lui stesso ha deciso di darsi. E quando supera questo disagio deve anche accettare che il consulente metta nero su bianco determinati requisiti di rispetto della normativa vigente. E questo alla fine accade”. Mapelli spiega di aver sempre cercato di non avere con le aziende un rapporto burocratico della semplice compilazione di un documento obbligatorio. “Chi vuole lavorare con me deve instaurare un rapporto di consulenza e fiducia, e qui sta lo scoglio da superare.

Le aziende hanno bisogno del consulente per la sicurezza che però quando esercita a fondo il proprio ruolo stride con le abitudini aziendali. Devo dire se una cosa è a norma oppure no, quindi devo trovare la modalità per far digerire il rispetto di una normativa e per insegnare la cultura della sicurezza anche all’imprenditore. Che capisco: io stesso al suo posto farei davvero fatica. Conosco tutte le norme, so quanto e come vanno rispettate e per questa ragione so che non è semplice avere un’attività produttiva. Cerco sempre di spiegare gradualmente e vedo che funziona perché induce nelle imprese una curiosità nel migliorare la consapevolezza ed il rispetto delle normative obbligatorie.(M.Del.)

Porre attenzione nel mettere a norma gli strumenti di lavoro

Aziende del filo e aziende che costruiscono macchine per lavorarlo, imprese di automazione, oppure realtà che lavorano lamiera e ferro. Sono i clienti di Andrea Mapelli e della sua società di consulenza per la sicurezza sul lavoro, che si occupa anche di sicurezza delle macchine. “La Direttiva Macchine – afferma Mapelli – è una norma molto delicata che ha permesso di togliere dal mercato alcuni improvvisati del settore, cioè chi costruiva macchine in modo approssimativo. Oggi costruire in base alla direttiva macchine è complesso e oneroso, ma usare una macchina conforme alla direttiva è importante”.

Il rispetto della direttiva macchine rende sicuro l’utilizzo di impianti industriali, anche attraverso adeguamenti per la sicurezza, che peraltro Mapelli ha realizzato su intere linee di importanti aziende metalmeccaniche lecchesi. La norma in questione prossima di nuove modifiche e cambiamenti (2006/42/CE) ha “notevole importanza e ha finalmente chiarito con il suo recepimento in Italia nel 2010, le specifiche tecniche per avere, utilizzare, acquistare una macchina conforme a tale requisito. Ciò ha significato oltretutto che le macchine costruite antecedentemente alla direttiva macchine 2006/42/CE, possono essere utilizzate se adeguate, spiega Mapelli.

Il 7 febbraio 2023 è stato pubblicato l’accordo provvisorio risultante da negoziati interistituzionali per il nuovo regolamento macchine, che una volta terminato l’iter di approvazione andrà a sostituire la 2006/42/CE (direttiva macchine). “Tale regolamento sarà ancora più restringente in materia di sicurezza, approfondirà l’aspetto di qualsiasi macchina, la definizione di modifica sostanziale. E introdurrà alcune figure come l’importatore e il distributore. Tale Direttiva macchine sarà ancora più restrittiva per raggiungere gli obiettivi europei per i costruttori e gli utilizzatori, garantendo alti standard di sicurezza”.(M.Del.)

Far crescere la cultura della sicurezza. Con i giovani occorrono nuovi metodi

È necessario trovare nuove forme di comunicazione soprattutto verso i giovani, perché comunicare le regole per prevenire gli infortuni non basta: la diffusione di una cultura della sicurezza passa dalla trasmissione della consapevolezza sui rischi”, sottolinea Andrea Mapelli, tecnico e formatore abilitato per la sicurezza nei luoghi di lavoro.

Che tipo di riscontro registra da parte dei lavoratori durante i corsi di formazione?

La percezione è che la mia modalità comunicativa piaccia, soprattutto perché seguo una comunicazione di formazione un po’ diversa dallo standard. Le giornate migliori emergono quando lascio un po’ andar lo schema di formazione predisposto e do maggior spazio al libero dialogo con le persone. L’obiettivo è far sì che le persone stiano attente e favorendo anche i loro interventi escono le diverse visioni sul lavoro e sulla percezione della sicurezza.

Quali gli aspetti macro da correggere sulla formazione dei lavoratori? A livello generale si pone il problema della preparazione complessiva dei lavoratori. Sia per casi di una cattiva gestione della formazione e dell’aggiornamento professionale e anche a causa di un problema di costo elevato della produzione le aziende del territorio si sono trovate a non avere personale o ad avere personale qualificato.

Posto che l’integrazione degli extracomunitari nelle nostre attività produttive è positiva, tuttavia spesso le aziende sono ricorse a soluzione in extremis per far fronte alla carenza di personale adeguato, portando al loro interno persone volonterose che però magari non conoscono bene la lingua italiana ma, soprattutto, non conoscono la cultura legata a un certo tipo di attività produttiva, perché magari non hanno dimestichezza con pezzi meccanici e macchinari bensì ne hanno con altri tipi di economia. E non le nascondo che questo aspetto spesso ci crea grosse difficoltà. Se al concerto di Madonna sono riuscito a fare un corso di formazione tradotto in simultanea con una squadra di tedeschi, stessa cosa che farò in questa settimana con un’azienda cinese che ha parecchi dipendenti, ciò è difficile da realizzare con persone che hanno una conoscenza della lingua limitata. 

Quanto si riesce a comunicare ai giovani la consapevolezza dei rischi legati alla sicurezza?

È un problema: la modalità per comunicare la sicurezza deve un po’ cambiare, deve raggiungere più direttamente le persone. A un ragazzo di vent’anni non basta dire dimettere il casco altrimenti si può far mal, perché ti risponde che già lo sa. Lo devi far ragionare su statistica, su probabilità per danno, su cultura della sicurezza. Lo devi coinvolgere affinché sviluppi consapevolezza. Resta tuttavia un altro aspetto un po’ difficoltoso legato alla struttura territoriale e sta nel fatto che abbiamo aziende che per tipologia un po’ di rischi al loro interno comunque li hanno.

L’Italia comunque non è messa così male in infortuni sul lavoro rispetto alla media europea: siamo al 14mo posto, quindi a metà strada ma con un costo della produzione e del personale alto il dato si fa più positivo. Finlandia, Belgio, Croazia, Estonia, Grecia hanno meno morti di noi sul lavoro, ad averne di più sono Francia, Spagna, Slovenia, Austria, Lituania, Bulgaria, Romania.

Quanto sono utili i nuovi Piani Mirati di prevenzione dell’Ats per diffondere una cultura della sicurezza?

ATS Brianza nel nostro territorio, finalmente dopo parecchio tempo ha implementato un sistema utile per le aziende sia per autovalutarsi che per non essere impreparati nel caso di ispezioni e di controlli. Hanno pubblicato sul sito internet i Piani Mirati di Prevenzione, oltre che aver richiesto per alcuni le compilazioni, questo strumento è utile per diffondere la cultura della sicurezza. Noi stessi orientiamo la nostra consulenza in relazione alle esigenze richieste dalla autorità competenti oltre ai rischi che spesso e volentieri vediamo che scappano e sono fuori controllo. (M.Del.)

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